Il ritmo del giorno e della notte, del sole alto nel cielo e di quando si corica, finito il suo giro. il ritmo della luna e delle stelle. Il ritmo dei tocchi di campana: ogni quarto d’ora e diversi a seconda del momento del giorno; familiari per chi vive questi luoghi, imprevedibili per chi vi arriva da un altrove.

Il ritmo del corpo che si abbandona alla musica percussiva e la ripete con i piedi, le mani, la voce. Il ritmo del nostro raccontare di parole e silenzi, di gesti e immobilità.
Ritmi che cambiano e si disfano. Ritmi del succedersi del gioco alla riflessione, della riflessione al gioco. Ritmi inventati nella lentezza paziente della costruzione di un “noi”, sia pure provvisorio. Ritmi del dire e del fare.
Sentirsi comunità per un obiettivo condiviso vuol dire anche questo: sperimentare insieme il ritmo alterno dell’essere se stessi e in relazione con altri. Si può anche scoprire che ciò che ci appare talvolta come un conflitto può essere letto, invece, come un intreccio di racconti e che ci si può ibridare senza perdere la propria identità,.
Maria Antonella Galanti
Bello… anche se ho dovuto cercare ibridare sul vocabolario 😉
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ti piacerebbe questa ibridazione di emozioni e pensieri! 😉
"Mi piace""Mi piace"