L’Edizione 2016 ha visto tutti noi partecipanti (performer, esperti, docenti, allievi) fare base presso le comunità di Ortelle-Vignacastrisi, che ormai da anni accolgono la nostra Summer School, per poi muoverci presso le altre comunità individuate facendo tappa ogni giorno in un comune differente.
Ogni tappa ha rappresentato un tassello del racconto comunitario ‘Le mani che sanno’, ne ha costituito una particolare declinazione tematica: ad Ortelle e Vignacastrisi sono state le mani che producono opere d’arte per la vista, per il gusto e per la scena; a Salve e Morciano di Leuca quelle che si applicano in molti ed originali modi al mondo dell’olio e dell’ulivo; a Poggiardo quelle che forgiano il ferro; a Melpignano e Cursi quelle che lavorano la pietra leccese dalla sua estrazione alla sua trasformazione; ad Alessano e Montesardo sono state protagoniste le mani dell’artigianato e dell’arte di far strumenti musicali e musica; a Patù abbiamo ammirato le mani di donne, donne di età diverse e che si applicano a modi differenti di cucire, ricamare, tessere, ricucire, intrecciare. Ogni tappa è stata l’occasione per incontrare testimoni di quella comunità e allo stesso tempo per far incontrare alla comunità noi ‘summerini‘ e gli esperti e i testimoni, da noi invitati, provenienti da altri contesti, per creare contaminazioni generative. Sì perché il nostro intento è stato non solo quello di mettere in valore le risorse immateriali della cultura dei luoghi che abbiamo attraversato, ma anche e soprattutto quello di gettare dei semi di sollecitazione/problematizzazione su come tutto quel prezioso sapere possa e debba trasmettersi ritessendo i fili di un dialogo intergenerazionale.
La tappa durava un giorno intero: ha previsto testimonianze, ma anche azioni performative, videoproiezioni, setting riflessivi, attività laboratoriali per la scrittura della drammaturgia della performance di restituzione finale. Tutte le attività erano aperte e a libera fruizione, per tutti. E poi si chiudeva con un commiato festoso in cui noi della scuola abbiamo proposto un baratto: un nostro spettacolo contro cibo preparato dalle persone della comunità, da condividere tutti insieme, spettacolo e cibo, in uno spazio pubblico del paese.
L’esperienza è culminata il 4 settembre in Piazza San Giorgio ad Ortelle, con un evento di restituzione finale, una performance sonoro-visivo-gestuale con la quale pubblicamente i partecipanti alla Summer School hanno proposto e condiviso quanto è emerso ed è stato raccolto da loro lungo le tappe della scuola.